L'odore delle clementine

mercoledì, novembre 09, 2016


"Tre volte venni a contatto con i cammelli e ogni volta finì in modo tragico".


Voci di Marrakech, Elias Canetti



Le bucce accartocciate sul termosifone, che rendono visibile in poco la polvere normalmente ben celata. Fanno subito inverno, Natale, casa.

Una cesta di clementine (attenti non mandarini!) biologiche arrivata dalla Calabria. L'odore intenso che si attacca alla mani. L'unghia affonda, scoppietta d'odore, si appiccicano le dita.

Niente semi, l'evviva inconscio.

Provo la spremuta, come un vizio. Un succo dolce e fresco. In un istante sono a Marrackesh dove Fatima prepara in silenzio le msemmen  (se non avete mai sentito come si pronuncia non provate neanche ad immaginarlo, un suono dolce ed irriproducibile) per la nostra colazione servita con un bicchiere gigante di spremuta d'arancia. Scendo le scale del Riad e la tavola è già apparecchiata, il tè alla menta è in caldo. Fatima, la sorella del simpaticissimo Mohamed padrone del riad, è già sparita, come al solito, non l'abbiamo mai vista. Ma ci siamo portati dietro un ricordo di lei: un pacco di msemmen fatte a mano!
...insalata di arancia e cannella, la piazza Jamaa El Fna che come dice Daniele Silvestri è un'architettura fatta di persone, le storie berbere attorno al fuoco, ogni sera capodanno nel frastuono di una città in cui non ti puoi sentire solo mai.

Il bicchiere di succo di clementine, una chiccheria (da leggersi "sciccheria") come direbbe mia nonna, è vuoto sul piano della mia cucina. Le scorze spremute sono gusci abbandonati, simili a carapaci spolpati.
I termosifoni sono pieni di compagne ad essiccare. E' incredibile come appena secche cambino aspetto e sembrino fossili marini.

Guardo queste tartarughe arancioni che mi fanno simpatia. Canditi!
Sono biologiche e quindi me lo posso permettere.

Qandat in arabo vuol dire candire, già in Cina e Mesopotamia si usava questo metodo per conservare alimenti, solo nel 1500 arriva in Europa con i mercanti. Alla parola canditi in Italia facciamo due associazioni:Panettone e Cassata.

E per anni io non ho amato nessuno dei due.

Io che ho passato l'infanzia a scartare i canditi ad uno ad uno dal panettone, con la pazienza di un cercatore d'oro e la precisione del chirurgo. Io che ho fatto per anni campagne contro il Panettone a favore del Pandoro (schierandomi con le donne ed i bambini nella famosa guerra annuale tra P e P). Ebbene proprio io, ora mi accingo a fare dei canditi. Con l'orgoglio della vergine novizia, carica del privilegio di bere succo di clementine (come Cleopatra immersa nel latte d'asina).
Canditi siano.

Ma non canditi qualunque, canditi di clementine.

Scopro ora che le clementine sono un ibrido tra mandarini e aranci...quindi sono mandaranci! Il che effettivamente le rende molto meno poetiche. Mi arrendo alla realtà.

La ricetta è molto semplice, la trovate facilmente su internet.
Ora sono ad asciugare.

Natale è ancora lontano anche se già in piazza stanno montando le luci, anche il Marocco è lontano, ma guardando le clementine candite, mi sento una novella Proust. Tanto sono in vena di esagerazioni.



You Might Also Like

0 commenti